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Il blog di viaggio di Chapka

5 luoghi e percorsi originali per scoprire New York in maniera insolita

Per lo scrittore newyorkese Paul Auster“New York era un luogo inesauribile, un labirinto di passi senza fine: e per quanto la esplorasse, arrivando a conoscerne a fondo strade e quartieri, la città lo lasciava sempre con la sensazione di essersi perduto.”

Sensazioni vere e sempre attuali, familiari a chiunque abbia avuto la possibilità di visitarla almeno una volta nella vita.

Perché nonostante il trascorrere degli anni e gli inevitabili cambiamenti, New York continua ad essere un’infinita sopresa… “un labirinto di strade, odori, accenti, suoni, un cappello magico dal quale a turno saltano fuori personaggi, storie, luoghi e percorsi dei quali anche il più local dei newyorkesi ignorava l’esistenza.”

Così ogni nuova esplorazione finisce col regalare nuove esperienze, scoperte e consapevolezze, magari un museo particolare, un luogo in cui assaporare un originale ed invitante mix di sapori, un edificio storico, una passeggiata inusuale, un nuovo punto d’osservazione sulla città, e molto altro ancora.

Da qui l’idea di raccontarla, per una volta, attraverso alcuni dei suoi luoghi e percorsi più insoliti.

©Simona Sacri

“Arte e Jazz accessibili a tutti”, il venerdì sera alla Morgan Library

La Morgan Library è  un piccolo, preziosissimo gioiello nascosto nella giungla di Midtown.

Si tratta di una splendida biblioteca-museo costruita nel 1902 dal banchiere e collezionista J.P. Morgan per organizzare e preservare la sua ricca e variegata collezione di oggetti d’arte, tra cui dipinti, mobili, ceramiche, libri antichi e manoscritti originali, trasformata in seguito – grazie anche ad un suggestivo ampliamento sulla struttura originaria ad opera di Renzo Piano – in una sorprendente ed innovativa istituzione museale privata.

Un luogo speciale dove poter ammirare dipinti di artisti come Perugino o Tintoretto o stampe e disegni di Leonardo, Michelangelo, Donatello, Matisse, Picasso, Van Gogh. E dove poter vedere con i propri occhi lettere e diari appartenuti a Jane Austen, Charlotte Brontë, Abraham Lincoln, pagine autografe di John Steinbeck, di Tennessee Williams, spartiti di Verdi, Mozart, Schubert, Strauss ed alcune prime edizioni di capolavori come Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll, Frankenstein di Mary Shelley, Paradiso Perduto di John Milton, Canto di Natale di Charles Dickens.

Il consiglio è di visitarlo il venerdì sera, quando l’accesso – solitamente dalle 19 alle 21 – è totalmente gratuito e la visita viene arricchita da un concerto di un duo jazz o blues nel salone principale.

La Morgan Library si trova sulla Madison Ave, a pochi passi a piedi dalla fermata metro della 33th Street.

©Simona Sacri

La casa-museo di Louis Armstrong, Corona, Queens

In pochi sanno che nel variopinto e multiculturale quartiere di Corona, nel Queens, oggi molto più sicuro ed accessibile, è possibile visitare la casa-museo del più grande trombettista jazz al mondo, Louis Armstrong.

Si tratta della casa in cui il jazzista americano visse per più di 30 anni assieme alla sua quarta moglie Lucille Wilson e dove morì il 6 luglio del 1971. Una dimora dignitosa ma per nulla sfarzosa, in un quartiere di immigrati e gente semplice, dove Armstrong amava rilassarsi tra un concerto e l’altro… “non mai avrebbe rinunciato alla sua quotidianità a Corona, alle chiacchiere col suo barbiere, ai bambini che suonavano il campanello per ascoltarlo suonare la tromba ed improvvisare live sessions, ed ai suoi pasti pantagruelici con gli amici di sempre!”

La visita guidata, 50 minuti circa, attraversa tutta la casa, le stanze private, il suo studio privato ed il giardino, e permette di ascoltare anche numerose registrazioni originali di Armstrong, oltre ad ammirare i suoi oggetti di vita privata e di scena, tra tutti la sua mitica tromba.

Il Louis Armstrong House Museum si trova al 34/56 della 107th Street, a Corona, Queens.

Potete raggiungere la zona con la linea 7 della metropolitana scendendo alla fermata 111th St. in Roosevelt Ave.

Da Roosevelt Ave imboccate la 108th St. a destra fino ad incrociare la 37th Ave, svoltate a sinistra e poi subito a destra nella 107th St. Una passeggiata di pochi minuti che vi condurrà direttamente all’ingresso del museo che è adiacente l’accesso originario della casa.

©Simona Sacri

I murales di Bushwick, Brooklyn

Bushwick è un ex quartiere operaio nel nord-est di Brooklyn, a poca distanza da Williamsburg.

Fino a pochi anni fa l’intera area era off limits non solo per i newyorkesi ed i visitatori ma anche per le forze dell’ordine, una sorta di terra di nessuno in balia delle bande locali.

Poi qualcosa é cambiato, la gente del quartiere ha iniziato a reagirespinta soprattutto dall’impegno di Joe Ficalora.

Nel 1991 Joe –  all’epoca solo un ragazzino – ha assistito all’assassinio del padre, trovatosi per caso al centro di una sparatoria tra clan rivali. Una volta cresciuto ha creato The Bushwick Collective, un’esposizione permanente distreet art che, attraverso i colori accesi ed i personaggi immortalati sui muri dei palazzi e delle fabbriche abbandonate del quartiere, racconta il grande desiderio di rinnovamento e le storie, i progetti e le speranze dell’intera comunità.

©Simona Sacri

Oggi Bushwick è un vero e proprio museo d’arte di strada a cielo aperto. Qui arrivano street artists da tutto il mondo per decorare le pareti esterne degli edifici e lentamente, grazie soprattutto all’interesse crescente da parte di esperti ed artisti emergenti desiderosi di farsi conoscere, i locali abbandonati iniziano a riempirsi non solo di studi professionali e spazi espositivi, ma anche di caffetterie, ristoranti etnici e workshop.

Per ammirare i murales seguite la strada partendo da Jefferson Street a Troutman Street, fino a raggiungere Wyckoff e St. Nicholas Ave.

Per raggiungere Bushwick prendete la linea L della metro che parte da Union Square, in 20 minuti circa raggiungerete la fermata di Jefferson Street. Pochi passi a piedi e vi ritroverete nel centro del quartiere.

©Simona Sacri

La Little Italy di Arthur Ave, Bronx

Se desiderate visitare una vera Little Italy, lasciate perdere quella di Manhattan ormai inglobata da Chinatown e con i pochi negozi rimasti trasformati in vere e proprie trappole per turisti, e raggiungete il Bronx – che, state tranquilli, non è più il pericoloso ed inavvicinabile distretto di una volta – per scoprire il caratteristico ed autentico quartiere italiano di Arthur Ave, considerato a ragione una delle 5 più belle Little Italy d’America.

Prendetevi una mattina per curiosare tra i banchi di dolci e salumi del Retail Market, per entrare nelle salumerie e nei negozi al dettaglio, dove tutto è rigorosamente made in Italy, e ritrovarvi a parlare italiano con figli, nipoti e pronipoti di emigrati, sempre lieti di incontrare “compaesani” d’oltreoceano.

Vi segnalo l’ottimo ristorante “Zero, Otto, Nove” (il prefisso telefonico della città di Salerno, i proprietari sono originari della Campania) se avete intenzione di fermarvi per pranzo.

Arthur Ave è nel quartiere di Belmont, poco distante dal New York Botanical Garden e dal Bronx Zoo, e si sviluppa lungo la strada che va dall’incrocio con la 187th St. a quello con la 183th Street.

Il modo più semplice per arrivare è utilizzare la Metro North daGrand Central Terminal, scendere alla fermata Fordham e proseguire a piedi per circa 10 minuti lungo la Third Ave per poi svoltare sulla 187th.

©Simona Sacri

Alla scoperta di Staten Island, “l’Isola che non c’è”

New York City è composta da 5 distretti, comunemente chiamati boroughs, Manhattan, Brooklyn, Bronx e Queens, i più conosciuti, e Staten Island, quello meno noto e “battuto”, anche perché più distante.

Si tratta di un’isola enorme che si trova all’imbocco della Upper Bay e di cui molti ignorano l’esistenza, per questo motivo è solitamente definita come “L’isola che non c’è”.

Andando contro l’errato pensiero comune secondo cui a Staten Island non c’è nulla diciamo subito che è qui che vive la maggior parte della classe operaia che lavora a Manhattan e Brooklyn e che è possibile effettuare un bellissimo percorso – qui l’itinerario completo – in giornata alla scoperta dei siti più interessanti in completa autonomia.

Potrete passeggiare nelle vie del vivace quartiere italiano o tra i colorati murales della zona di Stapleton, entrare nella casa in cui vissero assieme Giuseppe Garibaldi ed Antonio Meucci (la tomba di Meucci si trova proprio nel giardino della dimora) salire sulla cima di Grymers Inn per godervi le vedute su Lower Manhattan da un lato e sul Ponte di Verrazano dall’altro.

©Simona Sacri

Potrete inoltre visitare l’Alice Austen House Museum, la casa-museo di una delle fotografe americane più famose, nota soprattutto per aver immortalato con i suoi scatti l’arrivo degli immigrati ad Ellis Island, e passeggiare nelle strade e tra le case di un autentico villaggio del 1700, l’Historic Richmond Town.

Per raggiungere Staten Island vi basterà prendere lo Staten Island Ferry da Lower Manhattan, un traghetto gratuito che parte ogni 25 minuti. Per spostarvi potrete usare la MTA, l’unica linea metro presente che attraversa tutta l’isola da nord a sud.

Grazie Simona Sacri per questo itinerario insolito a New York!

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