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Il blog di viaggio di Chapka

Road trip negli USA: dal Texas al Nevada

Articolo e foto di Giulia dei viaggi di Giugliver.
Dopo tre anni di stop, si riparte. Non appena è scattato il semaforo verde ci siamo rimessi in viaggio nel nostro continente preferito: l’America! Non è stato un viaggio qualunque, ma un road trip di 20 giorni nel sud degli USA: dal Texas al Nevada attraversando cinque Stati, percorrendo oltre 5000 chilometri, sulle orme dei film western.

Texas: tra western e natura

Austin

Atterraggio a Austin, la capitale del Texas e come prima tappa visitiamo il Texas Capitol, cioè il Campidoglio! È il palazzo governativo più grande di tutti gli Stati Uniti e in ogni caso non poteva essere diversamente dato che il motto dei texani è “Everything is bigger in Texas!”

Il giorno successivo decidiamo di entrare per visitarne l’interno. Sono disponibili visite gratuite sia guidate che libere. È domenica, gli uffici sono chiusi, ma per evitare di trovare troppa confusione decidiamo di visitarlo alle 9 il primo turno disponibile. La mossa è astuta (modestamente) infatti siamo solo noi! Quando usciamo il palazzo è gremito di turisti, quindi è giunto il momento di andare.

Ci fermeremo ad Austin tre giorni durante i quali ci muoveremo con i mezzi pubblici. I biglietti si possono comprare online tramite l’app CapMetro oppure tradizionalmente alle biglietterie automatiche o versando direttamente i contanti all’interno dell’autobus (occhio ad averli giusti perché non da resto). Con l’app è molto più veloce e pratico.

Per il tramonto ci spostiamo al Congress Avenue Bridge. A quest’ora, infatti, succede quasi sempre una cosa molto particolare. Questo ponte ospita la colonia urbana di pipistrelli più grande del Nord America che, al calar del sole, esce librandosi nell’aria in cerca di cibo e donando a chi guarda un bello spettacolo! Quella sera purtroppo non riusciamo a vederli, ma ci riproviamo il giorno successivo partecipando ad una gita in battello. Guardare il ponte dal basso, permette di vedere meglio i pipistrelli, anche grazie ad un’illuminazione speciale di color rosso, utilizzata dalle imbarcazioni. A differenza dei fasci di luce bianca classici, quello di questo colore non disturba i pipistrelli. È uno spettacolo molto particolare.

Giusto in tempo, perché è ora di lasciare Austin per spostarci a San Antonio, dove poi noleggeremo l’auto.

San Antonio

La città di San Antonio, la più popolosa del Texas dopo Houston, è attraversata da un fiume e lungo le sue sponde si trova il River Walk, un percorso pedonale molto carino, pieno di attrazioni turistiche, alberghi e ristoranti. Decidiamo di fare un giro in battello per vedere la città da un’altra prospettiva.

Il monumento più importante della città è The Alamo, una delle 5 missioni (religiose) di San Antonio in Texas.

Il convento è il cuore della missione, diventato un simbolo riconosciuto nel mondo, che nel tempo è stato adibito a chiesa, magazzino, rifugio e avamposto militare. Sì, perché nel 1836 qui si svolse una delle battaglie più cruente della storia dello stato che portò il Texas all’indipendenza dal Messico.

La cultura messicana è presente in modo tangibile in tutto lo stato e si percepisce anche a San Antonio. Nel centro della città si trova Market Square, una piazza in cui c’è un mercato permanente in cui si respira questa contaminazione. Qui troverete tra le altre cose, oggettistica dai colori messicani, tipicamente molto vivaci e iconografie, stampe e sculture di Frida Khalo.

Sapete perché la città si chiama San Antonio? Il suo nome deriva da una missione spagnola del 1611 intitolata al missionario portoghese San Antonio da Padova.

Suggerimento per il noleggio dell’auto: se la città in cui vi trovate ospita più sedi di ritiro dell’auto, non scegliete d’impulso subito quella più vicina a voi. Noi, per esempio abbiamo risparmiato oltre 300 dollari noleggiandola in aeroporto invece che dalla sede, per noi più comoda, in centro città a San Antonio.

Bandera

Bandera è la capitale dei cowboy! Qui si respira aria western, e anche i murales e la street art ne sono influenzati.

La zona è gremita di Dude Rach, cioè ranch per famiglie, in cui poter pernottare e svolgere un sacco di attività tipiche, come tirare con il lazzo, fare equitazione o dar da mangiare agli animali. La maggior parte delle strutture impone una prenotazione minima di due giorni e i prezzi sono molto proibitivi, così noi ci siamo accontentati di fare una passeggiata a cavallo al Rancho Cortez Ranch.

Pecos – Langtry

Ad Ovest del fiume Pecos a metà Ottocento nel villaggio di Langtry dettava legge il giudice autoproclamato Roy Bean. Nell’omonimo Visitor Center è possibile vedere gratuitamente il suo saloon originale da lui utilizzato anche come tribunale. All’epoca da quelle parti non c’erano giudici per cui, nonostante le sue conoscenze si basassero su un unico libro di testo (una copia del 1879 degli Statuti revisionati del Texas) e le sue sentenze fossero del tutto discutibili, le persone venivano da lui ugualmente per risolvere dispute e problemi legali.

Anche se sposato con una donna messicana da cui ebbe quattro figli, Roy Bean era innamorato di una attrice inglese Lilly Langtry a cui intitolò e dedicò il suo Saloon tappezzandolo di sue fotografie e trasformò la sua casa in un museo a lei dedicato. Non si incontrarono mai ma quando lui morì, Lilly Langtry venne qui a far visita al saloon e al museo.

Il giudice Bean era un tipo losco, poco raccomandabile e con un sacco di nemici, ma fu un’icona di quel periodo. La sua storia e alcuni aneddoti sono stati raccontati in un fumetto di Tex.

Big Bend National Park

Nella parte meridionale del Texas a confine con il Messico si estende il Big Bend National Park, con oltre tremila chilometri quadrati di canyon scavati dai fiumi, deserto e montagne. Ci sono diversi percorsi panoramici che lo attraversano e che vi permetteranno di ammirarlo in tutto il suo splendore.

Appena entrati nel parco ci siamo diretti al Visitor Center, per acquistare la tessera dei parchi. Infatti, dovete sapere che l’ingresso ai parchi nazionali d’America non è gratuito. Se è vostra intenzione visitarne più d’uno (come faremo noi in questo viaggio) è consigliabile acquistare l’abbonamento annuale. Con 80 dollari potete visitarli tutti per un anno. Vi verrà consegnata una tessera da esibire su richiesta agli ingressi dei parchi.

Uno dei percorsi più suggestivi raggiunge il Santa Elena Canyon percorribile con la macchina solo fino ad un certo punto e poi proseguibile a piedi. Dato il caldo intenso e anomalo che ci ha accolti durante il nostro viaggio, ci siamo limitati a fotografarlo da lontano.

Al Visitor Center ci sono un sacco di informazioni sul parco, sulla sua formazione, sulla flora e la fauna che lo popolano; troverete un percorso didattico, solitamente utilizzato dalle scolaresche per imparare divertendosi, una mappa del parco, souvenir vari, da mangiare, distributori d’acqua gratuiti dove poter riempire la vostra borraccia e servizi igienici.

Terlingua Ghost Town e Lajitas

Lungo il nostro road trip negli USA ci siamo fermati a pernottare anche a Terlingua, una Ghost Town texana. Di lei non è rimasto molto, alcuni resti arrugginiti di macchine d’epoca, vecchie carrucole usate per scendere in miniera, le mura di una prigione, ma il tutto circondato da un panorama meravigliosamente desertico. Per mantenere vivo questo posto, sono stati costruiti strutture turistiche, alloggi, bar e ristoranti.

Sulla strada che porta a Terlingua ci siamo fermati a Lajitas, un piccolo paese che ha una particolarità davvero interessante e che non potevamo di certo ignorare: il suo sindaco è una capra!

Lajitas era una città privata e al momento di candidare il sindaco si era proposto anche un forestiero. Alcuni abitanti, campanilisti, per evitare che uno straniero diventasse il primo cittadino, candidarono Clay Hanry: piuttosto che uno straniero, meglio una capra! La proposta venne messa ai voti e la capra venne incredibilmente eletta!

Marfa

Marfa è famosa per essere una città ad alta concentrazione d’arte, di artisti, creatività e stravaganza. Ecco le cose da non perdere se si visita la città più artistica del Texas!

Fondazione Chinati

La fondazione ospita al suo interno 15 opere in cemento dell’artista Donald Judd. La particolarità di queste opere è che a seconda di come si guardano cambiano aspetto tra di loro e nell’ambiente circostante. Ci sono inoltre due enormi hangar che custodiscono al loro interno delle sculture in acciaio. Queste opere sono visibili solo a pagamento durante una visita guidata di 5 ore, durante la quale un esperto d’arte le illustra in modo dettagliato per far comprendere la vera essenza e il messaggio che l’autore voleva comunicare con la sua creazione. Sia per la durata (troppo impegnativa) sia per il costo eccessivo e per il fatto che non era possibile scattare foto o fare video, abbiamo deciso solo di osservarle velocemente attraverso le vetrate degli hangar.

Nella serie televisiva “I Love Dick” l’attore Kevin Bacon interpreta un artista che espone proprio qui le sue opere

Marfa Open Art

Il Malfa Open Art è uno spazio espositivo messo a disposizione di artisti vari. Appena entrati sembra di essere all’interno di quei film stravaganti in cui ci sono un sacco di arte e stranezze! L’ingresso è gratuito e periodicamente vengono ospitate opere diverse a seconda dell’artista che decide di esporre qui!

Prada Marfa

L’installazione artistica permanente più famosa di questa zona è il Prada Marfa (chiamato così anche se si trova nella località di Valentine). È un negozio di Prada circondato dal nulla cosmico.

È stata realizzata dagli artisti danesi Elmgreen & Dragset, situata a 2,3 chilometri a nord-ovest di Valentine, nella contea di Jeff Davis, in Texas, nei pressi della U.S. Route 90, e a circa 60 km a nord-ovest della città di Marfa.

Giant Reata

Lungo la Texas’s Highway 90 si incontra un’altra installazione permanente dedicata al film del 1956 Giant che vedeva protagonisti il leggendario James Dean e l’iconica Liz Taylor. Questo fu l’ultimo film in cui appare l’attore americano, morto poco dopo in un incidente stradale.

Alpine

Come ultima tappa prima di uscire dal Texas, decidiamo di fermarci ad Alpine per fare un’escursione un po’ particolare ad Hancock Hill.

Nel 1981, tre studenti dell’università di Alpine decisero di portare una cattedra in cima alla collina sopra il campus della Sul Ross State University. The Desk è ora il punto finale di un’escursione di 20 minuti su Hancock Hill, dove i visitatori possono firmare il quaderno che si trova all’interno di uno dei cassetti della cattedra e ammirare la vista spettacolare della scuola e della città circostante. Una volta riempito, il quaderno viene sostituito con uno nuovo e quello terminato viene portato e conservato nel museo dell’università.

New Mexico: lo stato del deserto bianco

La nostra prima fermata in New Mexico è a Orogrande per vedere alcuni ruderi western… dopotutto il nostro viaggio ha come tema i cowboy, quindi non potevamo fare diversamente!

Arriviamo giusto per pranzo così dopo la breve sosta ad Orogrande ci spostiamo a Alamogordo dove pranziamo, come di consuetudine, da Pizza Hut (una delle poche catene, oltre a Domino’s Pizza in cui poter mangiare una pizza simile alla nostra!).

Vuoi venire in New Mexico e non andare a visitare il parco più bello in assoluto che abbia mai visto? Ovviamente no, quindi eccoci al White Sands National Park! Tra l’altro da poco diventato un National Park, perché fino a prima della pandemia era ancora semplicemente un National Monument.

Dal cuore del bacino di Tularosa sorge una delle più grandi meraviglie naturali del mondo: le scintillanti sabbie bianche del New Mexico. Grandi dune simili a onde di sabbia di gesso hanno inghiottito oltre 440 chilometri quadrati di deserto, creando il più grande campo di dune di gesso del mondo.

Arizona e la sua città western da leggenda

Bisbee e Lavender Pit

Lasciato il New Mexico la prima tappa è Bisbee una piccola e carinissima città western ancora realmente abitata. Camminare nella via principale è come fare un viaggio nel tempo, tra auto d’epoca, insegne vintage e negozi d’altri tempi. A pochi passi dalla città vecchia è visibile Lavender Pit, una miniera di rame a cielo aperto che è stata operativa dal 1917 fino al 1974.

Tombstone

Siamo giunti nel cuore del nostro road trip negli USA, a Tombstone, la città più western che ci sia! Fondata nel 1879 da Ed Schieffelin dopo aver scoperto una vena d’argento. Nonostante l’ambiente inospitale, Tombstone divenne una importante città capace di offrire quei servizi, all’epoca considerati un lusso, come alberghi, teatri, piscine, saloon e bordelli. La popolazione aumentò in breve tempo e raggiunse quasi le 20.000 presenze. All’apice della sua importanza, Tombstone era seconda solo alla città di San Francisco.

La vicinanza al Messico e la presenza di etnie diverse portarono a violenze, crimini e sparatorie all’ordine del giorno. Il declino della città arrivò quando le miniere d’argento cominciarono ad allagarsi costringendo l’installazione di pompe idrauliche. Operazione assai costosa e che diminuì significativamente i vantaggi economici dell’attività estrattiva. Il colpo di grazia arrivò quando la contea decise di spostare le attività amministrative nella vicina Bisbee.

Ma perché, diversamente da altre città fantasma, Tombstone è sopravvissuta e ancora oggi è tra le città fantasma meno fantasma delle altre? Il motivo è semplice: la sparatoria all’O.K. Corral avvenuta nel 1881.

Gli storici sostengono che la sanguinosa sparatoria tra i fratelli Earp con Doc Holliday da una parte e i cowboys dall’altra contribuì a rendere la storia di Tombstone una leggenda.

“Every town has a story; Tombstone has a legend”.

La filmografia americana poi ha contribuito ad alimentare la leggenda producendo diversi film, tra cui il più famoso “Tombstone” un film western del 1993, diretto da George Pan Cosmatos e interpretato da Kurt Russell e Val Kilmer.

Cosa c’è da vedere a Tombstone? La città si snoda lungo Allen Street, strada chiusa al traffico, lungo la quale troverete:

  1. numerosissimi negozi di souvenir all’interno di edifici originali dell’epoca,
  2. il sito dell’O.K. Corral, un museo con molte cose interessanti per gli amanti del West, un gift shop e dove tre volte al giorno viene messa in segna la rivisitazione della sparatoria
  3. Old Town, una zona dove viene rappresentato un altro spettacolo western
  4. Bird Cage Theatre, il teatro di Tombstone
  5. Boothill cemetery: è il cimitero storico della città, dove sono sepolte le vittime della sparatoria all’O.K. Corral e altri personaggi.
  6. Diversi saloon, dove poter mangiare e bere in città. Quello che ci è piaciuto di più è stato il Big Nose Kate Saloon, apprezzato principalmente per la luminosità, i colori, la musica dal vivo e la proiezione in loop del film “Tombstone”.

California: tra sculture nel deserto e Valle della Morte

Anza-Borrego Desert State Park

Lasciata la città western di Tombstone, Arizona ci siamo diretti in California, sei ore di macchina per arrivare ad uno dei deserti più vasti dello stato della California: Anza-Borrego Desert State Park.

Oltre 800 chilometri di strade sterrate, 12 aree selvagge e molti chilometri di sentieri escursionistici offrono ai visitatori un’opportunità senza precedenti per vivere le meraviglie del deserto della California. Il parco prende il nome dall’esploratore spagnolo Juan Bautista de Anza e dalla parola spagnola borrego, che significa pecora (in riferimento alla pecora bighorn che vive da queste parti). Il parco presenta fiori di campo, palmeti, cactus e vasti panorami da poter ammirare. La fauna è molto ricca, si possono vedere roadrunner, aquile reali, volpi, cervi e pecore bighorn, nonché iguane, chuckwalla e il serpente a sonagli diamante rosso. 

Il parco si trova sul lato orientale della contea di San Diego, con porzioni che si estendono a est nella contea di Imperial e a nord nella contea di Riverside. Si trova a circa due ore di auto da San Diego, Riverside e Palm Springs.

Il periodo migliore per visitare Anza-Borrego Desert State Park va da ottobre a maggio. Durante l’estate le temperature raggiungono livelli poco raccomandabili per qualsiasi attività. Noi eravamo lì a fine maggio e le strutture turistiche sarebbero rimaste aperte ancora pochi giorni in attesa del Memorial Day (l’ultimo lunedì di maggio) e poi avrebbero terminato la stagione. 

Proprio per il caldo molto secco, non ci siamo azzardati ad intraprendere uno dei tanti percorsi di trekking che il deserto ha da offrire, ma consigliamo comunque di entrare al Visitor Center per informazioni e consigli utili sia sulle proposte che questo enorme deserto ha da offrire, sia per ricevere dei suggerimenti da persone preparate che sanno consigliare cosa fare senza incorrere nei pericoli.

Le sculture di Ricardo Breceda

La zona di Anza Borrego non è sempre stata un deserto. Un milione di anni fa la terra aveva foreste, ruscelli, laghi e prati erbosi. Se si potesse tornare indietro nel tempo qui, potreste vedere animali come il mammut colombiano, l’uccello gigante Aiolornis, i cammelli, uno strano animale chiamato Gomphothere e forse anche un gatto dai denti a sciabola. Sappiamo che questi animali vivevano tutti qui perché i loro fossili sono stati trovati vicino a Borrego Springs.

Questi animali ora sono spariti tutti, ma grazie all’opera d’arte di Ricado Breceda, uno scultore spagnolo, si possono ancora vedere, a Borrego Springs, sottoforma di grandi sculture in metallo. Ce ne sono più di 130 in tutta la valle, inclusi animali che vivono qui oggi, importanti nella storia di Borrego Springs e altri che sono puramente fantasiosi!

Salton Sea e Bombay Beach

Formatosi per un errore idrogeologico, il Salton Sea si trova in una zona di depressione a -70 metri sul livello del mare. Ha visto il suo massimo splendore negli anni Settanta quando era un polo turistico molto importante. Bombay Beach era una delle spiagge più famose frequentate da VIP del calibro di Frank Sinatra.

A causa di pesticidi e sostanze nocive utilizzate in quegli anni nelle coltivazioni limitrofe, le sue acque cominciarono ad inquinarsi. I suoi già scarsi affluenti non erano in grado di alimentarlo a sufficienza e il graduale ma incessante innalzamento delle temperature lo fecero pian piano evaporare rendendolo salatissimo. I pesci morirono tutti, la balneazione fu vietata e la zona cadde in declino. Solitamente al mare si trova la sabbia, qui invece no, al posto dei classici granelli ci sono frammenti di scheletri di pesci ed uccelli. Uno scenario davvero molto tetro. 

Non è ufficiale, ma si dice che nei fondali di questo mare l’esercito americano abbia fatto degli esperimenti segreti testando non si sa quali armi chimiche. Per questo motivo è allo studio un progetto di recupero del Salton Sea così da evitare lo sprigionamento di eventuali sostanze nocive a causa dell’evaporazione delle acque.

Salvation Mountain

Poco distante da Bombay Beach c’è un posto davvero particolare.

Salvation Mountain si trova nel deserto inferiore della California meridionale nella contea di Imperial, appena ad est del Salton Sea e a circa un’ora e mezza da Palm Springs ed è l’omaggio di Leonard Knight a Dio. Quest’uomo ha dedicato 28 anni della sua vita per realizzare quest’opera, il suo dono al mondo, con il messaggio semplice ma potente: “Dio è amore”.

La passione di Leonard ha amorevolmente creato questo brillante capolavoro di “arte estranea” che risplende non solo di scritture bibliche e religiose come il Padre Nostro, Giovanni 3:16 e la Preghiera del peccatore, ma include anche fiori, alberi, cascate, soli, uccelli azzurri e tanti altri oggetti affascinanti e colorati.

I suoi oltre quindici metri di altezza e quarantacinque metri di larghezza sono realizzati interamente con argilla locale e vernice donata ed è davvero unico negli Stati Uniti e probabilmente nel mondo.

Joshua Tree National Park

Nel Joshua Tree si uniscono tre distinti ecosistemi desertici:

  1. Il primo è il deserto del Colorado, un’estensione occidentale del vasto deserto di Sonora, che occupa le parti meridionali e orientali del parco. È caratterizzato da piante di ocotillo a forma di spiga e cactus cholla;
  2. Il secondo è il confine meridionale del deserto del Mojave si estende attraverso la parte settentrionale del parco. È l’habitat dell’omonimo albero il Joshua Tree (l’albero di Giosuè), diffuso nella metà occidentale del parco;
  3. il terzo ecosistema del Joshua Tree si trova nella parte più occidentale del parco a 1.219 m d’altezza. Le montagne del Little San Bernardino forniscono l’ambiente ideale per una comunità di ginepri della California e pini pinyon.

Il parco comprende anche monoliti di granito a vista e i suoi aspri canyon testimoniano le forze tettoniche ed erosive che hanno plasmato questa terra.

A proposito di erosione Skull Rock è stata una delle nostre tappe. Situato lungo la strada principale est-ovest del parco, questa roccia ha iniziato a formarsi molto tempo fa quando le gocce di pioggia si accumulavano in minuscole depressioni e iniziavano a erodere il granito. Man mano che la roccia veniva erosa, più acqua si accumulava, amplificando l’erosione fino a quando, con il passare del tempo, si formarono due orbite scavate e la pietra iniziò ad assomigliare a un teschio. Ecco perché il nome Skull Rock.

La Death Valley

Prima di lasciare la California decidiamo di visitare la Death Valley.

Iscritta nel 1933 tra i National Monument, la Death Valley solo nel 1994 è diventata un National Park. Prende il suo nome da un fatto avvenuto nel 1849: un gruppo di pionieri diretti in California, entrarono nella valle pensando potesse essere una scorciatoia rispetto al tragitto tradizionale. Rimasero però intrappolati per diversi mesi e quando finalmente ne uscirono la definirono Valle della Morte.

Ci sono diverse tappe fondamentali e punti di interesse da visitare:

  1. Dante’s View, un belvedere posto a 1.669 m d’altezza
  2. Zabriskie Point, reso forse ancor più famoso, almeno per noi italiani, dall’omonimo film capolavoro di Antonioni del 1970, Zabriskie Point è comodamente raggiungibile in auto e dista poche miglia da quello che può essere considerato il cuore del parco, ovvero il Furnace Creek Visitor Center.
  3. Badwater Basin, il punto del Nord America più basso sul livello del mare -86 m.
  4. Mesquite Flat Sand Dunes sono delle dune di sabbia che si trovano poco più a nord del Furnace Creek Visitor Center, vicino al minuscolo villaggio (se così si può chiamare) di Stovepipe Wells; Questo piccolo deserto è circondato da montagne, che lo rendono sicuramente originale e suggestivo. Alcune dune sono davvero molto alte.

È tempo di proseguire verso l’ultimo stato: il Nevada.

Nevada: tra Ghost Town e città del peccato 

Nelson

Poche città fantasma minerarie sono all’altezza della mitologia di Nelson, in Nevada. Nel periodo del suo massimo splendore, la violenza e l’illegalità erano talmente elevati che anche le forze dell’ordine si tenevano a distanza.

Gli spagnoli furono i primi a tentare la ricerca dell’oro, trovando però solo argento. Alla fine del 1850, i cercatori scoprirono l’oro e ripresero l’attività mineraria. La miniera più famosa di Nelson, la Techatticup Mine, è stata fondata nel 1861.

Nelson si trova a 45 minuti a sud di Las Vegas e ad oggi è una popolare meta turistica. Questa Ghost Town è stata la location di video musicali, di videogiochi e di film con spettacolari esplosioni. I rottami dell’aereo fatto esplodere durante la produzione del film La rapina (3000 Miles to Graceland) con Kevin Kostner sono ancora visibili e fotografabili.

Las Vegas

Non è la prima volta che visitiamo Las Vegas, ma ogni volta che ci torniamo riusciamo a fare cose nuove e divertenti. Questa volta, oltre all’ormai consueto tour dei casinò più belli e ammirare lo spettacolo delle fontane a tempo di musica del Bellagio, abbiamo deciso di salire sulla Las Vegas High Roller, la ruota panoramica più alta del mondo appena inaugurata! Il costo del biglietto per persona varia a seconda della fascia oraria: 23,50 $ (dalle 14 alle 19) oppure 34,75$ (dalle 19 alle 24).

La mattina seguente ci spostiamo a Downtown Las Vegas, Abbiamo preso l’autobus, acquistando 2 biglietti validi 24h al costo di 8$ l’uno. I mezzi pubblici a Las Vegas non ci hanno soddisfatto molto. A causa del troppo traffico sono sempre in ritardo, troppo affollati e con un’aria condizionata esagerata.

Tra le cose da vedere a Downtown c’è il Plaza Hotel & Casino. Questo albergo è famoso perché apparso nel film Ritorno al Futuro.

Verso sera rientriamo in città in cerca di un punto panoramico da cui goderci il tramonto. La nostra prima scelta era la terrazza panoramica della Torre Eiffel, ma era chiusa perché gli ascensori erano bloccati, così siamo saliti su un’altra terrazza, molto più in alto: al 109° piano della Stratosphere.

Qui si trovano anche delle giostre un po’ spericolate ed è possibile lanciarsi (in sicurezza) dalla torre attraverso la discesa assistita, al “modico” prezzo di 129 dollari!

Al 108esimo piano invece si trova l’Observation Deck, un osservatorio al coperto da cui si può fare un giro a 360 grado della torre e vedere Las Vegas e non solo come non l’avrete mai vista.

Salire sulla Stratosphere, è costato 24 dollari a persona, mentre per le giostre si paga un biglietto a parte!

Questo è stato il nostro viaggio, venti giorni sono volati in un lampo. Viaggiare ci è mancato come l’aria anche se questa volta le temperature che abbiamo trovato erano circa una decina di gradi sopra la media stagionale e il caldo non ci ha permesso di fare alcune escursioni che avremmo voluto fare. Ma noi non ci lasciamo abbattere, infatti stiamo già progettando il nostro prossimo on the road!

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